Agape

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    ick non si era mai immaginato come padre. Quel pensiero non gli era mai passato neanche per l’anticamera del cervello, in ben ventitré anni di vita, sia perché si sentiva totalmente inadatto al ruolo, sia perché, beh, le responsabilità per lui erano una grossa fonte di ansia, di cui lui avrebbe fatto volentieri a meno.
    Eppure era lì, con in braccio un Riolu in lacrime, mentre cercava disperatamente di calmarlo. Aveva imparato da Edvard come si facesse, studiandolo attentamente mentre era alle prese con la sua pupetta, ma tra la teoria e la pratica vi era un abisso. Quel cucciolo, nato da poco meno di due mesi fa e figlio del Lucario di Lynn, per Nick era una vera e propria fonte di stress. Non che non gli volesse bene, eh, ma doveva stargli sempre dietro, altrimenti era costretto a sentirsi i suoi pianti per tutto il giorno.
    Fortunatamente Alec lo aiutava nella “crescita” di quel Pokémon, quasi come se fossero dei veri e propri genitori. Da quando erano andati a convivere, in un appartamento al quindicesimo piano di un palazzo al centro di Libraville, la situazione si era molto stabilizzata e Nick si sentiva piuttosto sereno. Certo, portavano ancora avanti la missione, ma perlomeno erano insieme e si supportavano a vicenda. Nick ancora non ci credeva di essere il suo ragazzo.
    In ogni caso, in quel momento aveva altro a cui pensare. “Shh, buono, buono…” Gli fece, tenendo fra le braccia il Riolu, che continuava a lamentarsi. “Alec ha detto che quando torna da lavoro passa a comprare i biscotti al cioccolato che ti piacciono tanto. Ora non piangere, non posso mica materializzarli dal nulla!” Gli fece, sospirando. Perché sì, Kosmo – nome del Riolu – era estremamente ghiottone e anche capriccioso. Colpa sua e di Alec che l’avevano viziato fin troppo durante i primi giorni di convivenza.
    Comunque, Nick stava aspettando Lynn per quel pomeriggio. Di solito si davano appuntamento da lui, perché in quel modo potevano trovarsi più in intimità, e parlare di tutto quello che volevano – Nick si sentiva al sicuro lì, aveva isolato tutta la casa in modo da non poter essere intercettati. La sua migliore amica lo aveva chiamato trattenendo a stento l’entusiasmo, e dicendogli che doveva dargli una notizia bellissima. Il moro non aveva la più pallida idea di cosa si trattasse, ma non si sentiva molto preoccupato per lei. In fondo, anche se Break le aveva restituito il tatuaggio di Jirachi, Lynn non si era mai interessata in maniera attiva a quella missione molto pericolosa.
    Sentendo suonare al campanello, Kosmo smise magicamente di piangere, e voltò la testa con un’espressione curiosa e vispa. Nick sorrise. “Sì, è arrivata la nonna, insieme a papà” Gli disse, iniziando ad incamminarsi verso l’ingresso – Lynn aveva deciso di autoproclamarsi nonna di quel Riolu, non era stata un’idea di Nick (?).
    Il ragazzo le aprì la porta, sorridendole. “Ehi, sei arrivata giusto in tempo per distrarlo, non fa che lamentarsi perché vuole i biscotti al cioccolato” Rise, mentre in Riolu scendeva dalle sue braccia e correva ad abbracciare le gambe della nonna.
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    uando, qualche mese prima, Sonya Hazel aveva annunciato a sua figlia che un uovo era spuntato nel bel mezzo del giardino di casa sua, a Soffiolieve, Katelynn quasi non poteva crederci. Un uovo? Sul serio? E da dove era spuntato…? No, aspettate, ovviamente sapeva che le uova non apparivano come per magia – anche se stava cominciando a capire che la magia non era poi un concetto così impossibile, nel loro mondo –, ma nonostante ciò le sembrava davvero assurdo che un uovo avesse fatto la sua comparsa in giardino.
    E se si fosse trattato di un uovo qualsiasi, l’allevatrice si sarebbe detta che doveva essere il cucciolo di qualche pokémon di passaggio, visto che abitavano in campagna, eppure… Eppure le era bastato un colpo d’occhio all’intenso blu scuro sulla superficie perfettamente liscia, per capire che il cucciolo lì dentro non era affatto un cucciolo qualsiasi.
    Col passare degli anni e man mano che Anubis si faceva più grande e forte, erano stati in molti – persino i passanti! – a chiedere a Lynn un cucciolo di Riolu. Si trattava di creature davvero rare, che attiravano lo sguardo dei curiosi, ma soprattutto di persone che, ecco, Lynn non trovava proprio carine nei confronti dei pokémon. Quindi, nel ritrovarsi inviato lì a Owari un uovo di Riolu, si era detta che c’era una sola persona a cui si sarebbe sentita di affidare quello che era, in un certo senso, il suo primo e unico nipotino
    «A dire la verità mi hai proprio sorpreso, Nuby. Cioè, io consideravo ancora te un cucciolo» stava commentando la ragazza proprio in quel momento, mentre l’ascensore saliva su lungo il palazzo che ospitava il nuovo appartamento di Nick e Alec. Il Lucario al suo fianco alzò gli occhi al cielo con un sospiro – per quanto ormai fosse abituato a quegli atteggiamenti dell’allevatrice – e cominciò a gesticolare velocemente per ribattere a quelle parole, ma lei lo interruppe subito, con una risatina. «Lo so-lo so! Non lo sei, sei adulto, certo. Però lo sai, resti sempre il mio piccolino… Che ora ha a sua volta un piccolino, già. Me ne sono fatta una ragione, giuro!» aggiunse, con un sorriso adorabile, regalando una carezza a uno dei pokémon a cui era più affezionata in assoluto. Non che lei facesse preferenze tra i suoi figli, comunque (?).
    Con un sonoro ding! l’ascensore si fermò al quindicesimo piano, le porte si aprirono sul pianerottolo, e Lynn e Nuby si fermarono davanti all’appartamento 15B, suonando il campanello. Non dovettero attendere molto, prima che la porta si aprisse, rivelando un cosino blu e piccolissimo che correva dritto verso di lei, abbracciandole le gambe. E, ovviamente, di fronte a quella visione l’allevatrice andò in totale estasi.
    «AMORE DELLA NONNA, QUANTO SEI CRESCIUTO!!» trillò, a voce fin troppo alta, tanto che probabilmente l’aveva sentita pure l’usciere quindici piani più giù. Chinandosi per poi prenderlo in braccio, lo strinse a sé più e più volte, con tanto di bacini in fronte. «Ma guardati, Kosmino bello, sei alto almeno il doppio dell’ultima volta~» continuò, nella classica vocina dolce con cui in genere si parlava ai bambini.
    Anubis, lì accanto, sembrava decisamente più pacato e composto ma, nonostante l’apparenza tranquilla, un leggero scodinzolio della coda ormai del tutto guarita dimostrava come fosse felice di vedere il figlioletto. A Katelynn non sfuggì, infatti fece scivolare di nuovo giù il cucciolo con delicatezza, approfittando delle parole di Nick proprio per permettere ai due tipi lotta di interagire. «Ohh, papà ti ha portato tantissime caramelline davvero buone, tesorino mio, vedrai che dopo averle assaggiate ti dimenticherai persino dei biscotti al cioccolato. Vero, Nuby?» chiese, invitando il Lucario ad avvicinarsi e consegnandogli una bustina di caramelle, prontamente recuperata dalla borsa.
    Mentre i due pokémon si salutavano, l’attenzione della bionda tornò sull’altro membro di quella che a tutti gli effetti sembrava essere diventata una sorta di famiglia acquisita. «E, ahww, non mi sono dimenticata di te ovviamente, Nicky!» ci tenne a specificare, prima di abbracciare anche il suo fratellino, con quell’affetto che ormai Nick aveva imparato suo malgrado ad accettare e apprezzare. Rimase così per qualche istante, giusto il tempo di trasmettere tutto il suo affetto, prima di allontanarsi quel tanto che bastava per guardare prima lui, e poi intorno a sé. «Come stai? Alec è a casa? Vi devo raccontare una cosa importantissima e non sto più nella pelle, davvero, se lui non c’è comincio a raccontarla anche solo a te» annunciò, impaziente, quasi non potesse nemmeno aspettare i convenevoli per parlare di tutte le novità di quell’ultimo periodo. Era entusiasta, e anche un po’ nervosa, quasi in parte temesse il giudizio dei due ragazzi riguardo alla sua scelta di essere un po’ più coinvolta nella loro missione… Forse sì, era meglio procedere per gradi e spiegare prima tutto a Nick, non voleva farli preoccupare.
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    ick era ormai abituato a sentire gli acuti di Katelynn, quindi non si scompose più di tanto quando lei accolse il suo nipotino in quel modo. Certo, lui avrebbe perso l’udito molto presto in compenso, ma poco gli importava (?). Si limitò a sorriderle con un’espressione divertita e addirittura intenerita, nel vedere Kosmo così affettuoso nei suoi confronti.
    Il piccoletto, infatti, stava stringendo la gamba di Lynn, strofinandovi contro il musetto con un’espressione felicissima. Si lasciò prendere in braccio senza neppure protestare, limitandosi a muovere le gambe e le braccia energicamente, facendo versi pieni di entusiasmo. Insomma, Nick e Alec lo coccolavano, ma nessuno dei due ci metteva lo stesso trasporto della nonna.
    Nel vedere poi suo padre, quello vero, gli occhi di Kosmo iniziarono a brillare. Aveva passato almeno il primo mese di vita insieme a lui, quindi era piuttosto affezionato a Anubis, anche se non avrebbe mai abbandonato Nick e Alec ovviamente. Dunque scese dalle braccia di Katelynn e raggiunse il Lucario, piazzandosi davanti a lui e muovendo energicamente la coda a sua volta. Nel vedersi davanti quel sacchettino di caramelle, ovviamente, non poté che fare i salti di gioia e iniziare a mangiucchiare quei dolcetti con un sorrisone.
    Nick fece un verso molto simile a un sospiro di sollievo. “Mi hai salvato la vita, quando ha fame tenerlo buono è impossibile” Le disse. “Certo, se continuo a dargliela vinta finisce per ingrassare, e non va bene. Deve essere in forma per quando inizieremo gli allenamenti” Continuò, più rivolto a Kosmo che a Lynn. Il Riolu era troppo preso dai dolcetti per ascoltarlo, purtroppo.
    Comunque, salutò Lynn ricambiando il suo abbraccio, senza ritrarsi o irrigidirsi. Aveva raggiunto un livello così profondo di confidenza con lei che ormai Nick aveva smesso di provare timidezza per gesti di quel genere. “Ci manca solo che ti dimentichi di me, guarda che c’ero prima io di Kosmo” Scherzò, guardandola con un sopracciglio alzato e un sorrisetto. Non era geloso di quel piccolo Riolu, sia chiaro (?).
    Invitò lei e Nuby ad entrare, guardandosi intorno per vedere se non avesse lasciato nulla in giro – era disordinato e quando non c’era Alec in casa, beh, tendeva a tenere le sue cose fuori dal loro posto. Infatti il divano era pieno di giochini e alcuni suoi vestiti, che tentò di spostare per fare spazio a lui e all’amica.
    “Alec è in missione, ci sono solo io. Però se resti per cena forse riesci a vederlo, mi aveva detto che avrebbe finito per le sette e mezza… se tutto andrà bene, ovviamente” Disse, mentre chiudeva il suo portatile, che aveva lasciato aperto sul tavolino davanti al divano. Effettivamente, lui non aveva mai la certezza della "fine del suo turno". Tutto dipendeva dalle sorti delle missioni: se lo beccavano, rischiava pure di non tornarci a casa.
    Ma Nick cercò di non pensarci, accasciandosi sul divano e aspettando che anche Lynn facesse lo stesso. Kosmo si era seduto sul tappeto, a gambe incrociate, mentre continuava a mangiare le caramelle. “Allora, qual è la grande notizia? Mi hai messo un sacco di aspettativa, sono curioso” Le fece, sorridendole. Una piccola parte di sé nutriva un po’ di ansia per quello che Lynn doveva raccontargli, ma si disse che non doveva avere paura di niente.
    Probabilmente avrà trovato lavoro, pensò, cercando di convincersi a non preoccuparsi inutilmente.
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    enché non l'avesse detto ad alta voce, Lynn non poteva che dirsi soddisfatta dell'aspetto di Kosmo. Si vedeva che il piccolino era trattato con tutti i riguardi: il suo manto era di un bel blu cobalto lucido, gli occhioni rossicci scintillavano di vita, era già più alto di Anubis alla sua stessa età, e tutto di lui indicava che fosse perfettamente sano e in salute. Non che ne avesse dubitato neanche per un secondo, ovviamente. Se aveva deciso di consegnare il cucciolo di Riolu a Nicky era proprio perché sapeva che lui sarebbe stato l'unico in grado di prendersene cura come si doveva, l'unico a cui avrebbe mai potuto affidarlo senza sentirsi male al solo pensiero di darlo via. Si fidava ciecamente di lui, così come di Alec.
    Era, in effetti, cicciottino, ma d'altra parte i cuccioli lo erano sempre, e crescendo sarebbe di certo diventato più snello, non c'era da preoccuparsi - anche se non bisognava tanto tenere conto dell'opinione di Katelynn per quelle cose, visto che regalava caramelle e cioccolatini a destra e a manca come le vere nonne (?).
    «Ohh, ma davvero? Beh in effetti adesso credo sia più o meno dell'età che aveva Anubis quando l'ho preso, mi sa che è normale che sia, sai, un pochino iperattivo. Lo era anche il suo papà, e non solo quando aveva fame» commentò, lasciandosi sfuggire una risatina. In effetti, Nick si stava godendo proprio quella fase in cui i cuccioli sembravano non stancarsi mai, ahww poverino. Lynn si ricordava ancora come Nuby avesse il vizio di correre da tutte le parti, e lei fosse super-stressata dal fatto che continuava a perdere di vista uno dei suoi figlioletti... E sembrava che anche il figlio avesse ereditato quel modo di fare. «Ma è ancora piccolino, quindi beh, va bene. Vedrai che col tempo gli passerà» lo rassicurò. Se Kosmo somigliava almeno un po' a Nuby, infatti, avrebbe preso così tanto sul serio gli allenamenti da passare a un regime alimentare sanissimo nel giro di qualche mese.
    Dopo aver dedicato il suo tempo anche a salutare Nicky come si doveva, con tanto di sorrisone intenerito di fronte a quel suo commento - ahww, e dire che una volta si irrigidiva tantissimo di fronte ai suoi abbracci, quant'era bello che adesso fosse una cosa così naturale tra di loro? - Lynn si lasciò condurre all'interno della casa, seguita dai due pokémon di tipo lotta che presero posto sul tappeto, dediti alle loro caramelle più che alla conversazione che stava avvenendo tra i loro umani.
    «Oh, beh, perché no? Mi piacerebbe un sacco riuscire a salutarlo, siete sempre così super-impegnati voi due... Lo aspetto volentieri, e poi così ne approfitto per stare più tempo anche con te» accettò di buon grado. Le dispiaceva che Nick dovesse aspettarlo a casa tutto solo, cioè, loro facevano cose pericolosissime... Lei sarebbe assolutamente impazzita per l'ansia, al posto suo! La sua presenza lì poteva essere una buona distrazione, oltre al fatto che voleva stare in compagnia di Nick il più possibile, anche perché da poco tempo era un sacco impegnata anche lei, e sarebbe stato complicato far coincidere gli orari di lavoro di entrambi. E a proposito di lavoro... Lynn non stava più nella pelle, tanto che non appena l'altro le pose quella fatidica domanda, lei fu prontissima a rispondere.
    «Ho trovato un lavoro!» annunciò, quasi echeggiando i pensieri di Nick senza rendersene conto. Il sorrisone che le si era dipinto in volto di fronte a quell'annuncio era di evidente orgoglio per quella notizia, e come se non bastasse saltellò pure sul posto per un paio di volte per l'emozione, prima di sedersi sul divano, proprio di fronte a lui. «Ma non si tratta di un lavoro qualunque, sai? Proprio no, mmh-mmh, per niente» continuò, con fare terribilmente entusiasta. Da lì in poi, probabilmente, il ragazzo non sarebbe più riuscito a interrompere la giovane biologa, che prese a parlare con un vero e proprio fiume in piena di parole.
    «Sai, uhm, un po' di tempo fa ho conosciuto questa ricercatrice, che è tipo carinissima - si chiama Candice Ailein - che mi aveva dato un sacco di consigli utili su posti strepitosi dove avrei potuto inviare il curriculum, tra cui questo laboratorio favoloso che si trova in centro, proprio in uno di quei grattacieli altissimi! Si chiama Tech LPR Lab, non so se ne hai mai sentito parlare... Insomma, ho inviato il curriculum ma non credevo che mi avrebbero mai preso in considerazione, ecco, perché a parte il tirocinio al Lab di Aries e quello al Lab di Soffiolieve non è che io abbia poi così tanta esperienza, e pensavo che cercassero persone più esperte, invece... Mi hanno chiamata! Ho fatto il colloquio con questo dottore. All'inizio, sai, mi metteva un po' in soggezione, però adesso che lo conosco meglio so che è davvero gentile e carinissimo.» S'interruppe per qualche istante, fissando con espressione terribilmente affascinata un punto imprecisato alla destra di Nick, persa in chissà quale immagine mentale sì, Lynn, lo so, è Chris Evans, prima di riprendere in quarta.
    «Uhm, beh, i-insomma... Mi hanno presa subito! Non ci potevo credere, davvero! Hanno un laboratorio meraviglioso, pieno di attrezzatura all'avanguardia... E lo sai qual è la cosa davvero importante? Sono specializzati in pokémon rari, misteriosi e leggendari. Hanno un sacco di materiale, un sacco di ricerche concluse e in corso. Questo significa che posso finalmente fare la mia parte!» si fece più vicina sul divano, per poi prendere le mani di Nick tra le sue, stringendole appena.
    «Posso finalmente aiutarvi a trovare Jirachi! Incrociando le mie ricerche e le vostre ci metteremo molto meno tempo, e finalmente potremo concludere la missione! Non è meraviglioso?» gli sorrise, cercando di apparire il più possibile tranquilla e positiva in merito a quella faccenda. Non sapeva bene perché, ma temeva proprio che il suo caro fratellino non la prendesse esattamente bene come lei sperava.
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    uando Lynn lo rassicurò, dicendogli che prima o poi il piccolo Riolu si sarebbe dato una calmata e avrebbe preso gli allenamenti più seriamente, Nick alzò un sopracciglio con fare scettico. Guardò lei, poi spostò lo sguardo su Kosmo, prima di puntarlo di nuovo sull’amica. “Ti prendo in parola, vivo con la speranza di poter dormire la notte, prima o poi. Praticamente è come avere a che fare con un neonato, solo che può darmi pugni quando fa i capricci” Sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Ricordava come era Marisol da piccola… era molto più tranquilla e matura rispetto a lui. Certo, aveva altri problemi piuttosto gravi, ma almeno non si lamentava costantemente perché era affamata.
    Comunque, quando Lynn gli disse che sarebbe rimasta per cena, Nick le rivolse un sorriso sollevato e visibilmente felice. Per quanto fosse stata una persona solitaria in passato, adesso aveva imparato ad apprezzare la compagnia delle persone a lui care, tanto da soffrirne costantemente la mancanza e ricercarne l’affetto, ogni volta che ne aveva l’occasione. Inoltre, proprio come aveva pensato Lynn, la sua presenza lo avrebbe aiutato a gestire l’ansia, mentre aspettava il ritorno del suo fidanzato. “Bene, allora dopo prendo tre pizze a domicilio” Fece, con un pizzico di allegria. Purtroppo non era un campione in cucina, bruciava sempre tutto… e Alec non avrebbe fatto in tempo a preparare una cena, una volta tornato a casa.
    Nick ascoltò con vivo interesse la notizia che Lynn avesse trovato un lavoro, mostrandosi genuinamente felice e sorpreso, anche se lo aveva già sospettato poco prima. “Grandissima, non avevo dubbi che lo avresti trovato subito” Le rispose. Lui la reputava una persona intelligentissima, molto più di lui, e non aveva mai avuto dubbi riguardo le sue capacità.
    Continuò ad ascoltarla, cercando di non perdere il filo del discorso, ormai allenato alla sua parlantina – anche grazie ad Alexis, era circondato da ragazze che parlavano a macchinetta, e lui si era adattato per sopravvivere (?). Si sentiva abbastanza tranquillo ora, sapendo che la notizia riguardava il suo nuovo lavoro… niente di troppo pericoloso, insomma. Lo rincuorava che Lynn continuasse a vivere la sua quotidianità lontana dal caos che imperversava per la regione.
    Certo, nel momento in cui la vide impallarsi subito dopo aver nominato il dottore che le aveva fatto il colloquio, Nick alzò un sopracciglio, sospettoso. Che le era preso all’improvviso? Chi diamine era questo tipo? Perché nella sua testa stavano improvvisamente suonando sirene d’allarme?
    Ma non fece in tempo a ragionare ulteriormente su questo piccolo, sebbene fondamentale, dettaglio, che Lynn gli diede la vera notizia. Nick, fino a qualche istante prima tranquillo e rilassato, sembrò letteralmente sbiancare. Aveva detto di aver iniziato a lavorare per un laboratorio che studiava leggendari? E che l’avrebbe aiutato a trovare Jirachi? No, doveva essersi preso un abbaglio.
    Quando Lynn finì di parlare, Nick rimase un lunghissimo istante in silenzio, colto all’improvviso da un profondo senso di ansia, che gli impediva addirittura di pensare lucidamente. Cercò di calmarsi, prendendo un respiro profondo, prima di voltarsi a guardarla. “Lynn… sono felicissimo che tu abbia trovato il lavoro dei tuoi sogni, sul serio” Iniziò, guardandola intensamente. “Ma… questa situazione è più pericolosa di quanto tu possa immaginare” Sospirò, poggiandole una mano sul ginocchio.
    “Talos tiene d’occhio ogni cosa. Se scoprissero che stai facendo ricerche su Jirachi, esattamente come loro, potrebbero iniziare a fare ricerche su di te. E se vedessero questo…” Le prese il polso, girandolo per rivelare il tatuaggio di Jirachi. “Le cose potrebbero degenerare” Aggiunse, senza scendere troppo nei dettagli, per non spaventarla. L’idea che potessero farle del male, rapirla, come avevano fatto con quella veggente… lo terrorizzava al punto da chiudergli lo stomaco.
    Prese un respiro profondo. “Non ti sto costringendo a lasciare questo lavoro, ma… fai attenzione e non lasciarti sfuggire niente, ti scongiuro” Le strinse forte la mano, guardandola negli occhi. Glielo doveva promettere, anche se ciò non avrebbe alleviato la sua ansia. Avrebbe dovuto tenere d’occhio i file dell’organizzazione, sperando di non vedere mai il nome della sua migliore amica.
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